Stories: come usarle al meglio?

Le Instagram stories rappresentano un potentissimo strumento di visibilità. Molti marketer però storcono ancora il naso. Come sfruttarle al meglio e non avere la sensazione di creare contenuti volatili?

Le Instagram stories rappresentano un potentissimo strumento di visibilità. Punto ormai assodato e ammesso, in alcuni casi a denti stretti, da tutti i marketer. Molti però storcono ancora il naso.

Le Instagram stories, lanciate per la prima volta nel 2016, rappresentano un potentissimo strumento di visibilità. Punto ormai assodato e ammesso a denti stretti da tutti i marketer (leggi aziende). Molti però ancora storcono il naso, sottolineando il limite di 24 ore a dispetto di numeri enormi di crescita e di forti tassi di engagement che possono esser raggiunti in breve tempo, oppure definendole un formato troppo frivolo per i contenuti della proprio brand. 

Sbagliato due volte. Alla fine della lettura scoprirete il perché.

Recap: sempre più amate, le stories sono diventate un fenomeno e continuano a far impazzare le persone grazie a continue novità – adesivi, tag, decori, filtri e chi più ne ha ne metta. Come fare per sfruttarle al meglio? La base d’asta è lavorarci sopra con umiltà, semplicità, immediatezza, velocità e chili di originalità.

24 ore sono lunghe  

I numeri parlano chiaro: sono oltre 500 milioni le persone che, ogni giorno, cliccano sulle Stories e – tra queste – un terzo di quelle più viste sono pubblicate da un account aziendale. Mediamente 1 Storia su 5 riceve risposta in Direct. Perché tanto successo? Perché sono il modo più semplice ed efficace per presentare il tuo brand, ma soprattutto il modo più diretto.

La durata delle Stories è di 24 ore: la limitazione del tempo, a differenza di quanto si possa pensare, rende tutto molto più interessante e i followers sono presi dalla curiosità di vedere un contenuto a tempo limitato. In alcuni casi il clic è d’obbligo per curiosare nella vita altrui e bisogna farlo prima che sia troppo tardi. Quindi si, parliamo di un pro che stimola l’utente e non un contro.  Un doppio pro se si considera che lanciare l’ultimo contenuto del feed in una storia, garantisce il triplo di visualizzazioni al contenuto feed stesso. 

Ulteriore scetticismo? Vi risolviamo il problema con le stories in evidenza, rendendo il contenuto fruibile per sempre nel vostro feed.

Feature native 

Per aumentare organicamente la reach delle proprie storie è fondamentale tenere conto di una serie di dettagli che hanno un denominatore comune: impiegare le feature native dello strumento. In primis:

  • Scegli il target di riferimento e pensa in grande;
  • Realizza un contenuto breve e il più possibile spontaneo;
  • Decora la tua storia con gli adesivi (posizione, domanda, sondaggio, #hashtag, menzione, musica) e stimola la partecipazione degli utenti. Le domande, i sondaggi e le emoji slider sono uno strumento molto utile anche per intercettare i gusti del tuo pubblico;
  • Porgi una domanda, scopri la preferenza e riproponi un contenuto in linea con il gusto emerso. Usa anche i corretti hashtag per rendere il tuo contenuto tracciabile e menziona chi compare nella tua storia in modo che possa essere repostata aumentando la visibilità;
  • Dirigi il traffico degli utenti sul tuo sito web grazie allo swipe. Se non hai ancora raggiunto 10mila follower ricorda di reindirizzarli al link in bio;
  • Racconta una storia: lo storytelling incuriosisce l’utente e lo spinge a fare tap;
  • Lascia spazio alla sperimentazione. Deve esserci un equilibrio tra ciò che funziona nella tua strategia sociale e ciò che devi provare. La sperimentazione può aiutarti a migliorare la tua creatività e la rilevanza che hai per il tuo pubblico.

Chat per tutti e 32

Da non dimenticare la chat, che permette di avviare una conversazione nelle stories su una tematica stabilita. Da luglio è possibile aggiungere questo elemento ai propri contenuti a scomparsa e avviare direttamente delle conversazioni di gruppo. L’autore del contenuto potrà apporre lo sticker nella storia e i follower potranno fare richiesta di entrare nella conversazione semplicemente cliccando “Partecipa alla chat”. Sarà l’autore della chat a decidere chi far partecipare, anche perché per ora i gruppi sono molto ristretti, contando al massimo 32 utenti.

Filtri facciali in AR

In un primo momento solo Instagram poteva creare i propri filtri, ora la feature è accessibile a chiunque. Si tratta di un personale modo di raccontare una storia, un accessorio, una maschera, un abito da indossare.  Ma come possono questi filtri portare traffico a un brand? Per inserire un filtro facciale nelle proprie storie è necessario seguire o visitare il profilo di chi lo ha creato. Per questo creare filtri customizzati è diventato elemento di forte interesse per le aziende e gli influencer self-made. Si tratta di elementi molto semplici che permettono di fidelizzare il proprio pubblico rendendolo partecipe. 

Sfruttare i branded content 

Un’altra faccia del social da non sottovalutare è l’influencer marketing. Le aziende e i brand possono far postare dai propri testimonial/influencer contenuti con i propri prodotti/servizi, per poi farli apparire come sponsorizzati. Ma come funzionano le Stories brandizzate?

I creatori di contenuti possono promuovere in modo esplicito la Storia spuntando l’apposita opzione delle impostazioni avanzate. In questo caso, sotto al nome del creator spunterà in piccolo “Partnership pubblicizzato con *nome dell’azienda*”

L’azienda committente vedrà il post nella sezione ADS manager e potrà creare direttamente da lì campagne con la Storia come inserzione.

Le Storie di Instagram aiutano a far crescere i tuoi utenti, ma è necessario saper creare post coinvolgenti e di qualità. Assicurati di utilizzare tutte le funzioni messe a disposizione per te, crea contenuti coinvolgenti e condividi informazioni utili per il tuo pubblico.

In questo modo, oltre ad ascoltare i feedback dei tuoi follower, potrai far crescere il tuo account e incrementare il tuo business. 

Vuoi saperne di più? Contattaci (inserire link pagina contatti) per discutere la migliore strategia digital marketing su Instagram Stories e tutto l’ecosistema social per aumentare il giro d’affari della tua azienda.

Influencer B2B? 5+ cose fondamentali

Inutile fare a gara a chi ha la community più grande. Non è la grandezza che conta, ma lo spessore.

La giusta strategia ti permetterà di coltivare una comunità reattiva e propositiva.

Come altrove, anche nell’universo dell’influencer marketing B2B le dimensioni non contano, troppo. Quindi? Capiamo cosa bisogna considerare per iniziare a creare una strategia vincente su cui fondare la ricerca del giusto “Opinion Leader”, tenendo presente che vi sono alcune considerazioni basilari – quasi ovvie – ed altre che, invece, non devono essere date per acquisite.

Comprendere l’audience in modo che i suoi bisogni indirizzino la scelta dell’infuencer

Investire in Influencer marketing vuol dire prima di tutto comprendere la propria audience, poi capire quale obiettivo si vuole raggiungere e come, infine qual è il soggetto che meglio può veicolare contenuti ed orientare scelte. Compiendo attentamente tutti questi passi, sarà possibile individuare le necessità e quindi come soddisfarle. Nel settore del B2B ovviamente queste considerazioni vanno integrate con quelle fatte in precedenza: competenza approfondita nel settore, capacità di comunicare in modo semplice ma esaustivo, ottima analisi di dove stia andando il mercato.

Utilizzare i dati

Sperimentare non è sbagliato se fatto in modo coerente e finalizzato ad acquisire informazioni. Il nuovo grande oracolo del digital marketing sono i dati: averli è tutto. In parte vero, ma non sufficiente. E’ necessario avere quelli giusti, prima di tutto, ed in secondo luogo bisogna saperli usare. Sperimentare può permetterci di acquisire dati utili per affinare la nostra audience, ri-calibrare i nostri target, e di conseguenza capire a quali influencer affidarci.

Scegliere l’influencer sulla coerenza di target e sulla qualità della community

Uno degli errori principali nella scelta dell’influencer è concentrarsi solo sul numero di “follower”. Elemento importante, ma sempre meno decisivo. Specialmente con l’affinamento dei contenuti (e la loro iper produzione) e l’aumento esponenziale di voci: spesso pagine con centinaia di migliaia di utenti lamentano una visibilità dei loro contenuti molto ridotta. Per questo motivo bisogna sì guardare alla “grandezza” della community, ma bisogna anche guardare allo “spessore” dell’audience. Ovvero se effettivamente questa interagisca con il soggetto e, soprattutto, quanto sia in linea con il vostro target.

Optare per un carattere da Leader

Un elemento che evidenzia molto bene la necessità di ponderare in modo differente la scelta di un influencer nel settore B2B rispetto a quello B2C è senz’altro la capacità di quest’ultimo di orientare scelte grazie ad un tono autorevole. La buona riuscita di una campagna di Influencer marketing sarà amplificata ulteriormente se la voce esterna all’azienda riuscirà a comunicare il proprio ruolo di rilievo in quel settore. In questo ambito, potremmo dire, l’empatia cede parzialmente il passo alla competenza ed autorevolezza.

Diversificare il contenuto

Ci sono due modi per diversificare il contenuto: operare una distinzione sull’oggetto, ovvero produrre contenuti differenti. Oppure cambiare voce esterna, e di conseguenza il contenuto divulgato. Modificare il messaggio può aiutare il brand a raccontare meglio se stesso, può evitare che il consumatore si annoi, ma soprattutto può permettere di affinare al meglio la propria strategia per essere in linea con i target di riferimento. Su questo, come detto, incide significativamente l’utilizzo dei dati (e di quelli giusti, nel modo giusto) e la sperimentazione coscienziosa. Sperimentazione anche dei contenuti, ovviamente. 

Non sai come muoverti nella galassia dell’influencer marketing B2B per la tua azienda? Siamo qui per questo. Contattaci e parliamone insieme. (link pagina contatti)

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